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12/12/2013 - La Turchia potrebbe diventare un mercato chiave per la finanza islamica

La Turchia potrebbe diventare un mercato chiave per la finanza islamica

Secondo l‟ultimo report dell‟agenzia di rating americana Moody‟s, i mercati dell‟Arabia Saudita e della Malesia continueranno a dominare nell'immediato l‟emissione dei titoli sukuk (obbligazioni islamiche), ma la Turchia e l'Indonesia nel lungo termine potrebbero diventare mercati chiave per la finanza islamica. Gli osservatori prevedono che i maggiori volumi di emissione delle obbligazioni islamiche rimarranno per ora concentrati negli Stati che hanno la maggiore affinità storica e culturale con questo tipo di finanza, come quelli del Consiglio di Cooperazione del Golfo, dove le risorse delle finanziarie islamiche vanno dal 10% (negli Emirati Arabi Uniti) al 50% del totale (in Arabia Saudita). L‟emissione annua mondiale di questi titoli è cresciuta dai 3,3 miliardi di dollari del 2002 agli 81 miliardi del 2012. Secondo Moody‟s, i fattori che hanno permesso questa crescita costante sono stati: la maggiore domanda di servizi e titoli mobiliari islamici, il crescente supporto da parte dei governi degli Stati musulmani, e la standardizzazione dei titoli sukuk. Alla fine del 2012, il governo turco ha emesso il suo primo titolo sukuk, nell'ambito di un‟azione di promozione delle istituzioni finanziarie islamiche. Sempre secondo Moody‟s, la finanza islamica ha mostrato nell'ultimo anno un tasso di crescita del 28% circa, a fronte di un +18% della finanza convenzionale. A questo tipo di finanza il governo turco offre anche un supporto attraverso leggi specifiche. Secondo gli osservatori, i progressi sinora registrati in Turchia preludono ad ulteriori miglioramenti sia nel mercato dei capitali che in quello delle assicurazioni. Secondo un altro analista economico, Ashar Nazım, partner della Global Islamic Banking presso Ernst&Young, la Finanza islamica ha compiuto buoni progressi in Turchia negli ultimi anni, rafforzandosi sul fronte bancario (banche di partecipazione), anche se rimane ancora molto da fare nel settore assicurativo (takaful, ad oggi ancora assente nel Paese) e nella regolamentazione del mercato dei capitali. “Il volume di affari delle banche era sotto i 40 miliardi di dollari nel 2012, ma il governo turco aspira a portarlo ad una quota del 15% dell‟intero mercato entro il 2023. Questo comporterà un aumento di 5 volte in termini di portafoglio azionario, per un volume di più di 200 miliardi di dollari entro il 2023.

Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - TURCHIA