Mascate – L’Oman ha annunciato l’offerta di undici nuovi blocchi di concessione petrolifera nel corso del 2025, nell’ambito di una strategia volta ad aumentare del 30% la produzione nazionale di greggio entro la fine del decennio. Lo ha riferito l’agenzia di stampa statale Oman News Agency, citata dalla televisione pubblica.

Il ministero dell’Energia e dei minerali, in collaborazione con la compagnia statale Oq Exploration and Production (Oqep) e la banca canadese Scotiabank, ha avviato le attività di promozione dei nuovi blocchi, che coprono un’area complessiva di 5.632 chilometri quadrati.

Secondo le autorità, le nuove concessioni potrebbero consentire al Sultanato di incrementare la produzione giornaliera di petrolio dagli attuali 1 milione di barili a 1,3 milioni. L’obiettivo è compensare il declino a lungo termine dell’output nazionale: nel 2024, la produzione media giornaliera è scesa del 5%, attestandosi a 992.600 barili al giorno, secondo i dati del Centro nazionale di informazione statistica.

Il ministero aveva già lanciato a febbraio una gara per tre concessioni onshore, ma non è stato precisato se queste siano incluse nelle 11 annunciate ora.

Le riserve provate di petrolio e condensati dell’Oman ammontavano a 4,9 miliardi di barili nel 2022, secondo i dati ufficiali. Il Paese, membro dell’alleanza Opec+ che include anche la Russia, basa la propria economia in larga parte sulle esportazioni di greggio, che rappresentano oltre il 70% delle entrate nazionali.

Nel 2025, il governo ha formulato il proprio bilancio su un prezzo medio del petrolio di 60 dollari al barile e prevede un disavanzo di bilancio pari a 620 milioni di rial omaniti (circa 1,6 miliardi di dollari). Le nuove concessioni sono dunque destinate a generare entrate vitali per il consolidamento delle finanze pubbliche.

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