Abu Dhabi – Gli Emirati Arabi Uniti imporranno una tassa minima di ricarico (Dmtt) del 15% alle grandi multinazionali che operano nel Paese a partire da gennaio. Lo ha affermato il ministero delle Finanze, mentre il governo cerca di aumentare le entrate non petrolifere.

La Dmtt rientra nell’accordo globale minimo sulle imposte societarie dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) per rendere più difficile l’evasione fiscale e che stabilisce che le grandi imprese multinazionali paghino un’aliquota fiscale effettiva minima del 15% sugli utili in ogni Paese in cui operano.

Negli emendamenti alla legge sulle imposte societarie, il ministero delle Finanze ha affermato che la Dmtt si applicherà alle aziende con un fatturato globale consolidato di 750 milioni di euro o più in almeno due dei quattro anni finanziari precedenti a quelli in cui la tassa entrerà in vigore. Questi emendamenti fiscali arrivano un anno dopo che gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato a introdurre una tassa sulle imprese del 9%, con esenzioni per le numerose zone franche che alimentano l’economia del Paese.

Il ministero delle Finanze degli Emirati Arabi Uniti ha affermato che sta anche valutando l’introduzione di diversi incentivi fiscali aziendali, tra cui uno per la ricerca e lo sviluppo che si applicherebbe ai periodi fiscali a partire dal 2026. Si sta anche valutando un credito d’imposta rimborsabile per attività di impiego di alto valore che verrebbe concesso alle aziende come percentuale dei costi di reddito ammissibili per i dipendenti e potrebbe essere applicato già dal 1° gennaio 2025, ha affermato il ministero.

Tali incentivi proposti rimangono soggetti all’approvazione legislativa.

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