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25/01/2016 - Rallentamento dei settori trainanti dell’economia. Hong Kong al secondo posto nella graduatoria mondiale degli investimenti diretti esteri

Rallentamento dei settori trainanti dell’economia. Hong Kong al secondo posto nella graduatoria mondiale degli investimenti diretti esteri

Anche a luglio 2015 i settori trainanti dell’economia di Hong Kong - turismo, vendite al dettaglio, costruzioni e servizi - hanno mostrato segni di rallentamento. L’ultima conferma e’ arrivata dall’indice Purchasing Managers Index stilato da Markit/Nikkei, che ha continuato a registrare un calo, passando dai 48,2 punti di luglio ai 44,2 di agosto. Il calo riguarda la produzione e i nuovi ordinativi ed e’ determinato dalla generale contrazione della domanda, soprattutto dalla Cina continentale, nonostante la tenuta della domanda interna. Tra le cause del rallentamento figurano anche la minore propensione di spesa da parte dei visitatori cinesi con maggiori disponibilita’ economiche, generato da una serie di fattori quali la volatilita’ del mercato borsistico, la svalutazione dello yuan, il consolidamento della politica anti-corruzione attuata dalle Autorita’ di Pechino.

Il riflesso sul mercato del lavoro locale e’ tuttavia ancora limitato; il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre e’ stabile al 3,2% anche se alcuni settori, quali le vendite al dettaglio, iniziano a subirne i primi effetti, con un orientamento a non sostituire il personale in uscita nel breve periodo. Il settore del retail in particolare, oltre al calo della propensione di spesa della clientela straniera si trova confrontato al costante aumento dei costi d’affitto dei propri punti vendita in una citta’ che, gia’ da tempo, detiene il primato mondiale di centro piu’ costoso per gli esercizi commerciali. Nel complesso, le vendite al dettaglio nel mese di luglio sono calate del 2,8% a 37,6 miliardi di HKD.

Grandi marchi della moda hanno espresso le loro preoccupazioni circa la necessita’ di un raffreddamento degli affitti commerciali. Si tratta di un argomento sinora totalmente ignorato dai grandi developer, abituati a un mercato immobiliare in cui negli ultimi anni la domanda e’ stata sostanzialmente anelastica, ma che ora sembra mostrare un rinnovato vigore alla luce delle avverse condizioni di mercato.

Hong Kong mantiene ancora lo scettro di economia piu’ libera al mondo, sia secondo il rapporto 2015 dell’Heritage Foundation sia sulla base della graduatoria che ogni anno viene redatta dall’Istituto Fraser esaminando 157 Stati (su dati 2013). Nonostante le alterne fluttuazioni dei mercati internazionali - e in particolare di quello cinese - da cui questa RAS risulta particolarmente influenzata, questo risultato conferma la forza attrattiva delle caratteristiche che, in applicazione del principio “Un Paese, due Sistemi”, rendono ancora unica, nel suo genere, l’economia di Hong Kong.

Sul fronte degli investimenti diretti esteri (IDE), Hong Kong conferma di essere un super-connettore e super-conduttore per gli investitori stranieri che intendono utilizzare le note peculiarita di questa RAS per operazioni in Cina e nel mondo e viceversa, come piattaforma al servizio delle grandi societa’ cinesi per investimenti globali. Secondo l’ultimo rapporto dell’UNCTAD sugli investimenti nel mondo, Hong Kong si e' piazzata al secondo posto a livello globale sia per i flussi di IDE in entrata, che per quelli in uscita. Gli IDE in entrata a Hong Kong nel 2014 hanno hanno raggiunto il valore di 103 miliardi di USD con un tasso di incremento annuo del 39%, dietro solo alla Cina (129 miliardi di USD) e superando gli Stati Uniti, il Regno Unito e Singapore. La crescita dei flussi di IDE e’ stata dettata da un aumento delle fusioni e delle acquisizioni transfrontaliere. Sul fronte degli IDE in uscita, il secondo posto di Hong Kong vale 143 miliardi di USD, una crescita del 76%, superata solo dagli Stati Uniti e prima della Cina (116 miliardi di USD).

Per quanto riguarda lo stock di IDE il Governo di Hong Kong stima un valore di 1.344 miliardi di USD alla fine del 2013. Escludendo gli IDE canalizzati a Hong Kong da altri Paesi attraverso i cd. “paradisi fiscali”, la Cina continentale e’ stata la principale fonte di IDE a Hong Kong, con il 31,9% del totale.

Notizia segnalata da
Consolato Generale d'Italia