04/08/2016 - Focus Tanzania: economia diversificata e in crescita, aspettando l’oil & gas

TANZANIA - Alla Tanzania ‘piace’ evidentemente il numero 7. L’economia di questo grande e interessante Paese posto a metà fra Africa australe e orientale è cresciuta del 7% nel 2014, lo stesso ha fatto nel 2015 (benché il dato debba ancora essere ufficializzato) e per 2016 e 2017 la stima di crescita fatta dalla Banca mondiale è del 7,2%. Un ritmo serrato e costante che è stato guidato da alcuni settori in particolare nei quali il ritmo di sviluppo registrato è stato spesso a due cifre: servizi, industria, costruzioni, Itc. Questi stessi settori contribuiranno nel medio termine a spingere ulteriormente avanti l’economia nazionale. La stabilità politica e le buone relazioni con i partner esterni hanno inoltre favorito l’afflusso di capitali. L’ingrediente aggiuntivo che renderà questo sviluppo ancor più consistente sta arrivando dallo sfruttamento del gas naturale e dall’aumento delle forniture di energia elettrica; più energia e più garanzie nelle forniture significa dare più forza all’industria manifatturiera locale.
Questo scenario a tinte rosa riguarda anche altri ambiti finora rimasti più indietro, a partire dall’agricoltura, decisiva in termini di mercato occupazionale, che sta vedendo le produzioni in continua progressione; su questo fronte, molto però resta ancora da fare per il basso livello di meccanizzazione, per l’eccessiva dipendenza dalle condizioni meteorologiche e per un gap infrastrutturale (strade, quindi accesso ai mercati, ed energia) che si traduce in perdite consistenti dei raccolti.
A spingere è poi il settore minerario che sta beneficiando di cospicui investimenti pubblici e privati. Restano determinanti infine i quattro settori a più alta crescita: costruzioni (+14,1% nel 2014), servizi (+7,2%), Itc (+8%), attività finanziarie e di assicurazione (10,8%).
Politica fiscale e monetaria
Come riportato nell’ultimo African Economic Outlook - rapporto elaborato ogni anno da Banca Africana di sviluppo (AfDB), Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e Programma dell’Onu per lo sviluppo (Undp) - il governo della Tanzania ha implementato misure per il controllo della spesa pubblica ai fini di una stabilizzazione fiscale. In particolare, a rientrare sotto la lente di ingrandimento è stata la Tanzania Electricity Supply Company (Tanesco), una utility parastatale che pesa in maniera significativa sul bilancio pubblico.
Sul fronte della politica monetaria, la Banca centrale ha utilizzato con successo una serie di strumenti per mantenere bassa l’inflazione che nel 2015 è stata del 5,6%
Integrazione regionale e commercio
La Tanzania fa parte sia della Comunità dell’Africa orientale (Eac) sia della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc), ma è soprattutto all’interno della prima che si stanno facendo i passi più concreti in termini di integrazione economica. Nell’ambito di un regime commerciale sufficientemente liberalizzato, la Tanzania ha beneficiato insieme agli altri Paesi dell’area di un aumento degli scambi, passati dai 616,2 milioni di dollari del 2011 a 1,3 miliardi nel 2014. Il governo ha anche finalizzato l’apertura di diversi One Stop Border Posts che consentono con Kenya, Uganda e Rwanda di passare da una parte all’altra della frontiera affrontando i controlli una sola volta. In totale, le varie misure prese per liberalizzare quanto più possibile gli scambi hanno consentito di portare la bilancia commerciale dai 19,4 miliardi di dollari del 2011 ai 22,4 miliardi del 2014.
Notizia segnalata daInfoAfrica www.infoafrica.it