Quadro macroeconomico (AZERBAIJAN)
L’economia dell’Azerbaijan è trainata dal settore degli idrocarburi che rappresenta circa il 90% delle esportazioni del paese e il 30-50% del suo PIL a seconda dell'andamento dei prezzi del petrolio e del gas. I ricavi delle esportazioni dal petrolio, e in misura sempre maggiore del gas, hanno portato negli ultimi anni all’Azerbaigian una ricchezza significativa e aumentato il tenore di vita della popolazione. Le dinamiche del settore pertanto influenzano notevolmente la crescita economica, sia attraverso l’attività industriale sia attraverso la spesa dei consumatori legata all’occupazione e ai salari. L’agricoltura fornisce solo l'8% del PIL, ma rappresenta a tutt'ora quasi il 40% di tutti i posti di lavoro.
Dopo il picco raggiunto nel 2021 quando il PIL fece registrare un +5,6% rispetto all'anno precedente con la riapertura dell'economia seguita alla rimozione delle restrizioni anti Covid, il trend di crescita sembra stabilizzarsi su valori più contenuti (+3% e +2,6% rispettivamente per il 2023 e 2024). Questa tendenza dovrebbe verosimilmente mantenersi anche nei prossimi anni nonostante la previsione di un costante calo della produzione di petrolio dovuta alla maturità dei principali giacimenti. È improbabile comunque che l’attuale modello economico possa permettere al Paese di raggiungere i suoi obiettivi di crescita a lungo termine. Fra i fattori critici, in questo senso, vanno annoverati, oltre alla richiamata maturità dei giacimenti, la presenza in tutti i principali settori dell’economia di imprese statali relativamente inefficienti, la carenza di manodopera specializzata, l'elevato costo del credito e lo scarso sviluppo del sistema finanziario, la burocrazia ed il progressivo invecchiamento della popolazione.
Nei prossimi anni un moderato calo della produzione di petrolio sarà probabilmente compensato da un aumento nella produzione di gas naturale, mentre la crescita del settore non energetico dovrebbe convergere verso valori medi del 4,6% nel biennio 2023-24 col ritorno dei servizi ai livelli pre-COVID.
Il Ministero dell'Economia dell'Azerbaigian prevede un'inflazione media annua nel paese al 5,3% nel 2024.
Gli alti prezzi dell’energia continueranno a sostenere il commercio con l’estero nel medio termine. In particolare la crescita dell’export resterà sostenuta, mentre le importazioni dovrebbero registare un calo in linea con l’indebolimento della domanda interna.
Fra i fattori che potranno spingere al rialzo l’economia vanno ricordati la possibilità di un incremento nella produzione di gas naturale, favorita dal Memorandum of Understanding siglato con l’Unione Europea, e la possibile azione riformatrice del governo a sostegno del settore non-oil. Sul primo punto si ricorda che nel giugno 2022, l'Azerbaigian e la Commissione europea hanno firmato un memorandum d'intesa per raddoppiare le esportazioni di gas dall'Azerbaigian verso l'Europa entro il 2027. Entro lo stesso anno, l'Azerbaigian prevede di aumentare il trasporto di gas attraverso il gasdotto Trans Adriatico (TAP) dagli attuali 11 miliardi di metri cubi l'anno a 20 miliardi. Nel 2023 l’Azerbaigian ha fornito all’Europa 11,8 miliardi di metri cubi di gas.
Fra i rischi al ribasso vanno invece annoverati il protrarsi della guerra in Ucraina, il rallentamento economico nei principali partners commerciali e le strette di politica monetaria nelle economie avanzate.
Il saldo della bilancia commerciale del Paese è tradizionalmente attivo e si sviluppa per oltre il 65% delle esportazioni verso l'Unione europea da cui esso riceve il 16% delle proprie importazioni. In questo contesto l’Italia si conferma il primo importatore dall’Azerbaijan con oltre il 46% del totale a fronte di un import dal nostro Paese di appena 198 milioni di euro (dati riferiti ai primi 7 mesi del 2023), pari al 2.6% del totale. L’Azerbaigian è attualmente il primo fornitore dell’Italia di petrolio greggio e il secondo fornitore di gas naturale.