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Overview (SPAGNA)

I legami economici tra l’Italia e la Spagna si situano su livelli di primissimo piano e i due Paesi non hanno mai smesso di rappresentare l'uno per l’altro mercati fondamentali, per merci, servizi ed investimenti.

I dati ISTAT relativi al 2024 fanno registrare livelli record per l’interscambio bilaterale, che, con quasi 68,5 mld euro (+3,4% rispetto al 2023), supera anche i massimali raggiunti lo scorso anno. Rispetto al 2023 incrementano sia le nostre esportazioni, pari a oltre 34,5 mld euro (+4,3%), che le nostre importazioni, pari a quasi 34 mld euro (+2,6%). Il surplus commerciale a nostro favore si attesta a poco più di 620 mln euro.

In termini relativi, la Spagna rappresenta il quarto maggiore partner commerciale per l’Italia a livello globale (scavalcando la Cina) e il terzo a livello UE.

Nel 2024, le principali voci di esportazioni italiane in Spagna si confermano i macchinari meccanici ed elettrici (28,3% del totale), la componentistica automotive (7,5%), le lavorazioni plastiche (4,9%) e i prodotti farmaceutici (4,8%).

Per quanto concerne le nostre importazioni di beni spagnoli, la principale voce continua ad essere quella relativa alle automobili, seguita da prodotti ortofrutticoli e alimentari (in particolare, olio d’oliva) e oro.

In generale, il buon andamento dell’interscambio risiede nell’integrazione dei due mercati, a favore della quale gioca a sua volta l’alto livello di investimenti bilaterali, che favoriscono flussi continui intra-company tra aziende che hanno investimenti produttivi in entrambi i Paesi. Inoltre, la complementarietà delle rispettive industrie porta a reciproche forniture di beni intermedi all’altro Paese, agevolando in tal modo la produzione del prodotto finito. È questo il caso, ad esempio, del settore automotive (autoveicoli prodotti in Spagna assemblati grazie alla componentistica italiana) o, viceversa, di quello del packaging e delle tubature Made in Italy esportate in tutto il mondo, che sono alimentati anche da polimeri plastici ed acciaio provenienti dalla Spagna. Infine, vi sono settori di specializzazione merceologica in cui uno dei due Paesi è importatore netto rispetto all’altro: ad esempio, la Spagna dipende dall’Italia per il settore dell’occhialeria, del mobile-arredo e della pasta. Allo stesso tempo, l’Italia è non solo importatore netto nei confronti del Paese iberico, ma la Spagna rappresenta il suo primo fornitore mondiale per quanto riguarda prodotti come pesce e crostacei, preparazioni di carne e pesce, olio d’oliva, frutta e ortaggi.

Si segnala ad ogni buon fine che i dati sull’interscambio di fonte spagnola, nonostante l’armonizzazione statistica in atto tra Paesi UE, differiscono sensibilmente -anche nel 2024- da quelli italiani sia relativamente alle merci italiane entrate in Spagna (pari a circa 5 mld euro in meno rispetto a quanto registrato dall’ISTAT) che a quelle spagnole inviate in Italia (pari a circa 500 mln euro in meno), risultando in tal modo Madrid, secondo i dati locali, costantemente in surplus negli scambi con il nostro Paese.

Per quanto riguarda la bilancia servizi, dati del Banco de España relativi al 2024 registrano oltre 13 mld euro di interscambio bilaterale (circa 1/5 dunque, rispetto a quello dei beni) con esportazioni spagnole nel nostro Paese per oltre 7,5 mld euro e servizi importati dall’Italia pari a poco più di 5,5 mld euro.

Circa la metà del totale di tali scambi è relativa alla voce “servizi turistici” seguiti, in ordine decrescente, da quelli “per le imprese”, per trasporto e “di telecomunicazione”.

La Spagna è, infine, tradizionale terra di attrazione di investimenti esteri.

Secondo i dati ufficiali della Banca d’Italia, nel 2023 (ultimo disponibile) lo stock di investimenti italiani si è attestato a poco più di 46 miliardi di euro (secondo mercato a livello mondiale per gli stock di IDE italiani). Viceversa, sempre nel 2023, lo stock di investimenti spagnoli in Italia si è attestato attorno a quasi 19 miliardi di euro (valore più che raddoppiato rispetto al 2017), rendendo la Spagna il settimo investitore estero in Italia per importanza. Da rilevare inoltre che tra gli investimenti che partono dalla Spagna verso l’Italia, sta aumentando la quota (72% nel 2023 rispetto al 52% del 2017) di quelli riconducibili direttamente ad investitori spagnoli piuttosto che ad investitori di altre nazionalità (in maggioranza, latino americani) che posseggono capitali depositati in banche spagnole e dai quali partono tipicamente gli investimenti da effettuare in altri Paesi europei.  

Analizzando i flussi di IDE bilaterali, nel 2023 la Banca d’Italia registra oltre 100 mln di euro per quelli italiani in Spagna mentre, per quanto riguarda quelli spagnoli in Italia, si rileva un deflusso di quasi 850 mln euro.

Per analizzare il dettaglio –geografico e settoriale- di tali flussi, occorre riferirsi a dati spagnoli. Anche in questo caso, come per i valori sull’interscambio, i valori registrati dai due Paesi differiscono sensibilmente: secondo Datainvex, nel 2023 vi sono stati flussi di investimenti italiani in Spagna per quasi 240 mln euro, mentre quelli spagnoli in Italia sono ammontati a oltre 273 mln euro.

Pur tenendo conto di tali importanti discrasie statistiche, è interessante osservare come i flussi di IDE italiani nel 2023 si sono diretti principalmente nella Comunità di Madrid (32%), ed in misura minore in quella Valenciana (per circa il 24%) e in Castiglia la Mancia (17%) e, a livello settoriale, nell’ambito energetico (17%), dei trasporti (13%) e immobiliare (13%).

Viceversa, nello stesso anno, i flussi di investimento spagnoli verso l'Italia hanno avuto origine principalmente dalla Comunità di Madrid (39%), dalle isole Baleari (30%) e dalla Catalogna (12%), andando ad investire prevalentemente nel settore turistico (30%), energetico (20%) e dei trasporti (17%).

Ultimo aggiornamento: 13/03/2025