Quadro macroeconomico (TURKMENISTAN)
Il PIL turkmeno e' cresciuto del 10,3% nella prima meta' del 2014, soprattutto grazie alla produzione di gas, ormai a regime, del giacimento di Galkynysh. Anche le entrate statali hanno registrato un aumento, in ragione di una crescita delle forniture di gas alla Cina. Con la repentina e forte riduzione del prezzo degli idrocarburi, a partire dalla fine dello scors anno, il governo ha dovutro fare i conti con un quadro economico eccessivamente sbilanciato nella produzione ed esportazione di gas, anninciando una serie di misure per fronteggiare questa nuova crisi petrolifera. Sebbene, secondo i maggori analisti internazionali, gli effetti negativi della crisi si faranno sentire in Turkmenistan solo dopo la seconda meta' del 2015, il Presidente Berdymhamedov ha annunciato ad inizio anno una svalutazione del manat del 26,5% rispetto al dollaro e un cospicuo aumento del prezzo del carburante e dei cereali. Alcuni importanti progetti, soprattuto nel settore delle costruzioni, sono stati per il momento accantonati, mettendo in difficolta' alcuni grandi gruppi stranieri che su di essi avevano puntato per rafforzare la propria presenza nel Paese (sopratutto francesi e turchi). L'inflazione e' prevista crescere dall'attuale 11% a circa il 16,5% nel corso della seconda meta' dell'anno, per poi auspicabilmente riassestarsi a livelli sostenibili per questa economia. Non e' dato sapere a quanto ammontano esattamente le riserve valutarie nazionali, per la forte commistione tra patrrimoni pubblico e privato in mano al governo.
L’economia turkmena dipende fortemente dalle esportazioni di gas (il Paese è quarto nel mondo quanto a riserve), ed Ashgabat persegue con tenacia la diversificazione dei clienti: oltre alle forniture alla Federazione Russa (attualmente scesa al "minimo storico" di soli 4 miliardi di metri cubi annui). E' operativo il gasdotto destinato a trasportare gas in Cina attraverso i territori kazako ed uzbeko (intorno ai 15 miliardi di metri cubi, ma il massimo contrattuale previsto è stato di recente aumentato a 60 bcm entro il 2015), mentre e' cominciata la realizzazione dello stesso gasdotto, che trasportera' il gas turkmeno in Cina attraverso il Tajikistan e il Kirghizistan. Sono state inoltre raddoppiate le condutture verso l’Iran (circa 14 miliardi di metri cubi, estensibili a 20). Il governo iraniano ha tuttavia reso noto che manterra' le importazioni di gas dal Turkmenisan ai livelli del 2014 anche per il biennio 2015-16. A ciò si aggiunge la firma, nell’aprile 2012, di accordi tra le compagnie statali di India, Pakistan e Turkmenistan per l’acquisto di metano che dovrà essere veicolato dal gasdotto TAPI (Turkmanistan, Afghanistan, Pakistan, India), la cui realizzazione, pur soggetta tuttora a varie incognite, aprirebbe la via ad una nuova direttrice di export.
Malgrado il significativo interesse delle società petrolifere straniere ad investire nel Paese, gli investimenti esteri sono ancora circoscritti, considerato che le Autorità sono al momento riluttanti a sottoscrivere accordi di divisione della produzione (“Production Sharing Agreements”) per quanto riguarda i giacimenti terrestri (il livello tecnologico interno è in grado di garantire il ciclo completo di produzione per i campi onshore, mentre per quelli off-shore deve ricorrere a cooperazioni internazionali).
D'altro canto, il Governo turkmeno ha più volte espresso la volontà di promuovere gli investimenti diretti esteri, ma i rigidi meccanismi di controllo statale, la scarsa trasparenza amministrativa e le complesse procedure burocratiche connesse con la concessione delle autorizzazioni non creano un clima particolarmente favorevole agli investimenti esteri. Le società estere sono inoltre scoraggiate dal fatto che le imposte loro applicate siano più alte di quelle riservate agli investitori locali.
Il quadro della finanza pubblica permane piuttosto opaco e caratterizzato da un bilancio scarsamente trasparente con ampie componenti “extra-budget” difficilmente controllabili.
Per quanto infine riguarda le infrastrutture, queste risultano ancora scarsamente sviluppate, anche se il Governo ha varato programmi di ammodernamento della rete ferroviaria e aeroportuale. In questo ambito, nel dicembre 2014 e' stata inaugurata la linea ferroviaria di 920 chilometri che collega Iran, Turkmenistan e Kazakhstan.