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Quadro macroeconomico (THAILANDIA)

Nel 2024 il PIL del Paese è cresciuto del 2,6%, mentre per il 2025 è prevista una crescita attorno al 2,9% (dati Banca Mondiale).

La crescita è stata contenuta nel 2024, a causa soprattutto di una contrazione delle esportazioni, che sono state negli ultimi decenni la forza trainante dell’economia thai assieme ai servizi e al turismo. La minore competitività dell’export thailandese è dovuta in larga misura all’elevato costo dell’energia (quasi completamente importata). Il Governo pone dunque crescente priorità ai processi di transizione verde, puntando allo sviluppo di energie rinnovabili e delle nuove tecnologia ‘pulite’, concetti condensati nella dottrina di economia circolare “Bio Circular Green” (BCG).

Si prevede comunque una ripresa del PIL nel 2025, grazie anche alla forte ripresa del turismo. Nel 2024 hanno fatto ingresso nel Paese oltre 35 milioni di turisti, mentre nel 2025 il governo punta a tornare al numero di visitatori internazionali pre-Covid (40 milioni).

Il trend di crescita caratterizza anche i consumi privati, spinti anche dall'adozione da parte del governo di un "portafoglio digitale", attraverso cui sono stati erogati nella seconda metà del 2024 10.000 baht (ca. 260 euro) ai cittadini con minore reddito.

Anche il tasso di disoccupazione è progressivamente diminuito per assestarsi  all’1% circa della popolazione con 421 mila disoccupati, a fronte di quasi 40 mln di lavoratori attivi nel Paese.

Desta qualche preoccupazione l'aumento del debito pubblico (circa il 64% del PIL) negli ultimi tre anni legato all’aumento della spesa pubblica per far fronte soprattutto alla crisi pandemica. Nell’insieme, comunque, la stabilità finanziaria appare assicurata da una politica monetaria prudente, pur in presenza di una certa volatilità globale dovuta all’aumento dei tassi di interesse della FED.

La Banca centrale thailandese (BoT), che negli anni scorsi ha mantenuto i tassi ai minimi storici, ha provveduto ad un rialzo dei tassi di interesse a partire dalla seconda metà del 2022, portando il tasso al 2.5% nel 2023 per far fronte ad un'inflazione in crescita, con una conseguente maggiore volatilità del cambio della valuta locale (thai baht) sul dollaro. La BoT ha operato un taglio del tasso al 2.25% nell'ottobre 2024, anche per contrastare il forte apprezzamento del Baht (+20% ca. nei confronti del dollaro USA nella seconda metà del 2024).

Al netto di fattori esogeni, come l’andamento dei tassi sul dollaro, la principale minaccia alla stabilità finanziaria in Thailandia è rappresentata dall’elevato livello dell’indebitamento privato, che ha raggiunto quasi il 90% del PIL.

Infine, le tensioni tra Stati Uniti e Cina potrebbero beneficiare nel breve termine la Thailandia (come avviene in Vietnam) in termini di ri-localizzazioni di investimenti dalla Cina.

Ultimo aggiornamento: 19/03/2025